Gente alla buona by Mattia Grigolo

Gente alla buona by Mattia Grigolo

autore:Mattia Grigolo [Grigolo, Mattia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2024-02-29T23:00:00+00:00


25 dicembre – 00.45

“Prima hai chiesto se me lo ricordo ancora cosa ci facciamo qui noi tre.”

Sono seduti sul primo scalino di una delle cappellette abbandonate. Larcher vaga tra le lapidi, una macchia scura, come il fantasma di un ritornato. Forse cerca la tomba del padre, un parente o qualcuno che l’ha fatto tribolare quando è arrivato in agenzia da morto.

“Lascia perdere, sono ubriaca. Ho detto una cavolata.”

“È una cosa importante.”

“Ti ho detto che sono ubriaca.”

Sara si slega i lacci delle scarpe e poi li riallaccia. Un gesto inutile, il tentativo di tagliare una barriera di silenzio invalicabile.

“Ma tu te lo ricordi cosa eravamo noi due?”

“Eravamo due ragazzini, Sara”, risponde Brando.

“Ora siamo adulti, invece? Solo perché abbiamo quasi quarant’anni?”

“Forse lo siamo diventati troppo presto.”

“Questa è una storiella che ci raccontiamo.”

Lui si butta lo sguardo in grembo, da qualche parte tra il cavallo dei pantaloni e le ginocchia.

“Siete come fratelli per me. Tu, Larcher e pure il Michelino. Tre fratelli. Che a me di fratelli non me ne hanno mica fatti e manco a voi e allora ci siamo fatti fratelli da soli. Pure che non lo siamo. Pure che, per un po’, con te c’è stata quella cosa diversa, lo sappiamo tutti e due.” Si ferma e appoggia un altro po’ di silenzio fra loro, si volta a cercare Larcher, non lo trova e riprende: “Io me lo sogno ancora, qualche volta, di fare una famiglia con te. Una famiglia vera, dico”.

“Sara...”

“E però io non sono una adatta a tirar su i figli. E nemmeno te lo sei, si capisce. Se uno va a Berlino da solo, una famiglia non ci pensa a farla, secondo me.”

Prende un respiro, forse trattiene un principio di nausea, oppure argina qualcosa di più pesante, lo ricaccia in fondo allo stomaco, dove dovrebbe essere. “Non me lo ricordo se c’è stato un tempo prima di te e Larcher, una me stessa prima di voi. Sembra che siamo nati insieme, uno dietro l’altro come una cucciolata. C’è però una vita prima di Mighè e ce n’è una dopo. Questo è sicuro.”

Sara guarda Larcher inginocchiarsi a sistemare un vaso caduto. Un filo di pena le si agita addosso e diventa malinconia e poi tristezza.

“Non fa niente”, dice, “siamo andati. Tu sei andato, siamo andati tutti in un modo o nell’altro.”

Brando alza la testa, ma non si volta a cercarla. A volte bastano attimi per riprendersi anni di vuoto.

“Mi dispiace averti fatto pesare che non ti sei fatto più sentire.”

“È vero. Quello che facciamo stasera è una cosa importante e io l’ho mancata.”

“Hai i tuoi motivi.”

“Tutti li abbiamo.”

“Ma tu ci sei riuscito, ad andartene, dico.”

“A me dispiace per tutto.” Sara sorride, allunga una mano verso il volto di lui.

È uno sforzo immenso. Brando resta, si prende quella carezza gelida, che per lei è come un bacio.

Poi torna Larcher, muovendosi goffo, anche se entrambi sanno che pure da bendato saprebbe dove mettere i piedi.

“Hai salutato il Marione?”, gli chiede sorridendo.

Lui le siede accanto, abbracciandosi le ginocchia.

A Sara viene in mente un ricordo.



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